Grazie a Paolo De Gregorio per l'ispirazione.
sabato 8 novembre 2008
Metodologia della satira moderna
argomenti: giornalismo, politica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Grazie a Paolo De Gregorio per l'ispirazione.
argomenti: giornalismo, politica
I contenuti di questo blog sono pubblicati sotto una Licenza Creative Commons. Se riprodotti altrove, la loro paternità deve essere attribuita specificando il titolo di questo blog e inserendo un link alla sua home page o al post originale. |
...e questo signifca che il pubblico non capisce le battute nè quando vengono fatte dai personaggi veri nè quando vengono fatte da chi fa satira.
RispondiElimina@Paola
RispondiEliminaIn un certo senso hai ragione, ma credo che il non capire le battute non sia solo un problema del pubblico, ma il risultato di una deliberata applicazione di tecniche di framing volte a influenzarne l'atteggiamento.
Hai presente le risate registrate delle sit-com? La risata è il segnale che è stata fatta una battuta e che è giusto che in quel momento il pubblico rida.
Analogamente nel nostro caso. Se un politico dice una bestialità, ma la dice entro una frame seria, come un'intervista ufficiale, è necessaria una certa dose di pensiero indipendente per realizzare la comicità della dichiarazione. Viceversa, la caricatura è lì per far ridere, fa ridere per definizione, dunque con quelle stesse parole risulta comica anche al pubblico meno attento.
Condivido ciò che dici, specialmente sulla "deliberata applicazione di tecniche di framing volte a influenzarne l'atteggiamento", che implicano una sorta di impnosi che libera il cervello dalla logica, riducendolo un cumolo di roba molliccia incapace di fare nient'altro che quello indicato da altri...
RispondiElimina