Iscriviti a caos deterministico via feed

giovedì 2 ottobre 2008

Causa Prima

LA NATURA, VOI DITE, È DEL TUTTO INESPLICABILE SENZA UN DIO. IN ALTRI TERMINI, PER SPIEGARE CIÒ CHE CAPITE BEN POCO, AVETE BISOGNO DI UNA CAUSA CHE NON CAPITE AFFATTO. PAUL THIRY D’HOLBACH, 1772.

17 commenti:

  1. ottima citazione.. decisamente azzeccata!

    RispondiElimina
  2. Personalmente la definerei un "bellissimo paradosso" ;-) di una eleganza raffinata e graffiante, equivalente,( per me), al bellissimo adagio e fuga di Mozart in Do minore K 546. Opera sublime, sperimentale ed innovativa per quei tempi
    Chissà, forse erano gli ambienti Massonici ( quando avevano una ragione di esistere), a stimolare questi ricercatori.

    Cmq! son del parere che molti "fedeli" non la capiranno; è difficile il dover accettare di credere nel nulla.

    RispondiElimina
  3. Ecco, qui è il caos deterministico.
    Grande.

    RispondiElimina
  4. Ciao a tutti! Ultimamente sono stato latitante nei commenti perché ero via per lavoro, adesso sono tornato (per ripartire domani).
    Basta stare tre giorni lontani dall'Italia che si perde il filo delle varie microdiscussioni politiche in corso. Dovrò recuperare terreno, non so ancora che striscia fare per domani...

    RispondiElimina
  5. Ma non era un argomento chiuso quello dell'impossibilità di dimostrare l'esistenza di Dio con metodi razionali?

    Dico razionali per riferirmi a quei procedimenti mentali per cui nel cervello si ha una produzione di sostanze chimiche che stimolano l'uso di parole come "spiegare" o "capire" e danno la sensazione di sentirsi superiori.

    RispondiElimina
  6. @Adriano
    Purtroppo per moltissime persone l'argomento non è chiuso affatto (una enciclica di papa Wojtyla si intitola "Fides et ratio", ricordi?). Se lo fosse, sarei il primo ad esserne contento.

    RispondiElimina
  7. La massima è molto stringente e m'è piaciuta proprio molto, ma la sostanza dei fatti è che per la maggior parte dei credenti Dio serve a spiegare quel che non si sa. Un tempo non si conosceva l'origine dei fulmini, o del moto del sole. Oggi ci si è spinti solo un po' più in là (per aver spiegato quelle cose ma non altre) e succede ancora che, non accettando di non essere in grado di capire tutto, si prenda la (effimera) scorciatoia di dire: "ah, io lo so, è stato Dio; ho vinto qualche cosa?". Quello che viene definito the God of the gaps: credo che sia ancora tra i più popolari. Poi se palesi i tuoi scetticismi ti danno dell'eccessivamente razionale. Curioso come non addebitino alla propria eccessiva razionalità il non credere più, come una volta era ovvio ai più, che i fulmini siano opera diretta di Zeus.

    RispondiElimina
  8. Tante cose non mi spiego, soprattutto questa smania di spiegare, spiegare...

    RispondiElimina
  9. E voi pensate che con questa massima avete convinto un solo credente?

    RispondiElimina
  10. Se la risposta è "no", qual'è lo scopo della massima?

    RispondiElimina
  11. @Adriano
    Lo so che non è carino, ma lasciami rispondere alla tua domanda con un'altra domanda: qual'è lo scopo del Gay Pride? Per caso è convincere anche un solo eterosessuale a diventare gay? Niente affatto, ovviamente. Lo scopo del Gay Pride per i gay è accrescere la coscienza di esistere e di non essere soli. Non mi sembra poco. A te il parallelo con gli atei: nel clima culturale italiano, praticamente non esistono. Forse per scoprire di esistere hanno solo bisogno di contarsi.

    RispondiElimina
  12. @Adriano
    Dimenticavo. A proposito dell'impossibilità di dimostrare l'esistenza di Dio con metodi razionali, che questo non sia affatto un argomento chiuso lo dimostra in modo macroscopico la vicenda dell'Intelligent Design. In USA, i think-tank della destra teocon (vedi Templeton Foundation) ci spendono parecchi milioni di dollari all'anno. Milioni di dollari finanziati da lobbies per cercare tracce di Dio nella biologia umana. O meglio, in una versione caricaturale e pseudoscientifica di essa. Ma tant'è. In Italia la Moratti qualche anno fa andò vicina a proporre l'ID come insegnamento nella scuola pubblica e quella volta la scampammo, la prossima chissà. Alla fine, tutto si riduce alla politica, anche se so che ti piace pensare che queste siano discussioni filosofiche.

    RispondiElimina
  13. la data, è la data che è sconsolante. duecentotrentasei anni e siamo ancora lì, a doverlo ricordare.

    RispondiElimina
  14. @piapalmira
    Questi duecentotrentasei anni mettono in discussione l'idea stessa di progresso. A volte penso che la cultura umana (non nel senso di mero accumulo di conoscenze ma di atteggiamento generale verso il sapere) abbia raggiunto il suo apice nell'Illuminismo e da che allora stiamo solo scivolando giù.

    RispondiElimina
  15. Non sono d'accordo: duecentotrentasei anni fa solo un filosofo francese era in grado (o gli era concesso) di formulare, proporre o argomentare una massima di tal fatta. Qui siamo già un bel numeretto di "comuni mortali" a parlarne negli stessi termini. Questo è già un progresso.

    RispondiElimina
  16. @Paolo
    E' vero che queste idee si sono in un certo modo massificate grazie all'istruzione. Però riconoscerai che è ben diverso il peso e l'impatto sociale dei comuni mortali (blogger e altra gente da bar), e degli intellettuali mainstream (che hanno facile accesso ai grandi canali di divulgazione). Quanti atei dichiarati senti parlare nelle università, in televisione o sui giornali italiani? Odifreddi, quando capita. Gli altri (e ce ne sono tanti) tengono famiglia e stanno zitti.

    RispondiElimina
  17. Infatti non volevo certo dire che le cose stiano bene così come sono, ma solo che un qualche progresso lo si è fatto rispetto alla data in oggetto.

    Per quel che riguarda gli atei non dichiarati, se anche qualcuno sta zitto pensando alla famiglia sono anche convinto che molti, più semplicemente, non considerino parlare dell'argomento di alcuna utilità. Infatti non lo sarebbe, come non lo è oggi discorrere di Zeus, se non fosse che a nostro vedere le religioni organizzate hanno ancora tanta influenza nel condizionare la vita di tutti quanti. Ma non tutti gli atei, a torto o a ragione, vedono il problema secondo quest'ottica, e si fermano invece al considerare l'argomento del divino come totalmente privo di interesse o degno di attenzione.
    Pur non pensandola così, penso anche che sia rischioso inquadrare la fede come l'origine di tutti i mali.
    Alla contrapposizione a volte preferisco l'osmosi, per cui educare al senso civico, scientifico e critico dovrebbe per default portare ad un atteggiamento più disilluso verso coloro i quali che vogliono far credere di avere a disposizione e operante una linea telefonica privatissima con Dio. Anche perché se poi si finisse per sostituire la religione con, tanto per dirne una, una cieca ideologia allora avremmo curato solo il sintomo e non il male.

    RispondiElimina