giovedì 30 ottobre 2008
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Bella striscia. Che dimostra ancora una volta l'arroganza e la limitatezza di questo modo di ragionare. Il metodo di D'Holbach rivela una posizione ideologica: se non fa parte di quello che io penso, non esiste o è incomprensibile = è male, negativo. Notiamo anche la sfumatura emotiva "è un insulto continuo", anzi possiamo dire che questa fissazione limitante sulla logica razionale è di tipo emotivo. E' sempre l'emozione/passione ad escluderci altre possibilità. Per qualche ragione in alcune persone una forte emotività si aggancia alla facoltà razionale, così esemplificando i detto di Mark Twain: "Quando si ha un martello nella testa, si vedono tutti i problemi sotto forma di chiodi".
RispondiEliminaLa vita stessa di D'Holbach mostra il massimo possibile a cui può arrivare una mente con idee restrittive come queste. E per fortuna che il progresso umano non è dipende da personaggi come costui!
Rinfreschiamoci con le parole di Newton (citate spesso):
"Non so come il mondo potrà giudicarmi ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l'oceano della verità giaceva insondato davanti a me."
O veniamo più vicino a noi con Einstein: "È difficile spiegare questo sentimento [la religione cosmica] a qualcuno che ne è completamente privo, specialmente se non esiste nessuna raffigurazione antropomorfica che possa corrispondere. Gli individui percepiscono la futilità dei desideri umani e gli scopi e al contrario il meraviglioso ordine che sta alla base della natura. L'esistenza di ognuno di noi viene percepita come una specie di prigione e ricerchiamo un'esperienza dell'universo come un singolo significante tutto. I geni religiosi di tutte le epoche si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso, che non concepisce né dogma né Dio a immagine dell'uomo; e così non ci possono essere chiese i cui principali insegnamenti siano basati su questi principi."
Non è un caso che il maggiore contributo alla specie umana sia arrivato dagli ultimi due.
A proposito, bella l'innovazione della scimmietta e del cappellino con l'elica. Grande ENTJ!
RispondiEliminaAdriano, quando parlava di insulto D'Holbach parlava di insulto alla ragione umana. Viste le ampie discussioni avute in precedenza, dovresti essere d'accordo: hai infatti evidenziato che secondo te il tasto dolente è fare totale affidamento sulla ragione mentre sostieni che esistano istanze dell'esistenza che ne esulano (anche dalla parte emotiva, puntualizzi). Quindi il problema, per te, non è il cosa far rientrare nell'ambito razionale ma nel limitarsi a quest'esperienza solamente, mentre limitatamente all'aspetto razionale non vedo perché non puoi dirti d'accordo.
RispondiEliminaVisto che si cita spesso Einstein, sarebbe buona regola ricordare che egli, all'interno di questa sua visione "religiosa" (che sarebbe più corretto definire panteistica), escludeva l'esistenza di cause non materiali ("ordinate") a qualunque livello:
"Più una persona viene a contatto con la regolarità ordinata di tutti gli eventi, più diventa salda la sua convinzione che non c'è spazio a fianco di questa regolarità ordinata per cause di diversa natura."
Rispetto all'immortalità dell'anima precisava:
"Né posso credere che l'individuo sopravviiva alla morte del proprio corpo, nonostante anime deboli accolgano questi pensieri attraverso una paura dall'egotismo ridicolo."
A questo punto, almeno nella misura in cui Einstein e D'Holbach si stanno riferendo preponderatamente alle teologie maggioritarie, ovvero monoteiste, stanno dicendo cose molto simili: da una parte si parla di "offesa alla ragione", dall'altra di "egostismo ridicolo".
Si ma...la scienza, in fondo, che cos'è? Perché ancora non è che mi sia tanto chiaro...
RispondiEliminanon saprei spiegare il perché (adriano lo saprebbe fare sicuramente), ma sento dissonante il termine "scienza" applicato al termine "teologia". nel momento in cui il primo termine definisce il secondo, a mio parere viola qualche legge della logica (che è una scienza a sua volta? boh?) :-)
RispondiEliminaBeh Paola, ci potrebbero essere modi diversi di rispondere alla domanda cosa è la scienza. Uno alla Popper potrebbe essere: quella branca umana che raccoglie l'insieme di affermazioni sulla realtà che ci circonda che contengono necessariamente al porprio interno la possibilità di essere dichiarate false tramite una verifica oggettiva (indipendente cioè dalla persona che le sottopone a verifica) che deve poter regsitrata dai nostri sensi. La scienza poi si distingue dalla pseudoscienza in quanto essa contiene affermazioni poste a verifica varie volte e non ancora falsificate, mentre la pseudoscienza non tiene conto dell'insieme delle falsificazioni già avvenute.
RispondiEliminaPer esempio affermare che esiste un dio la cui influenza per definizione non è registrabile - in modo riproducibile e oggettivo (indipendennte dall'osservatore) - da uno strumento o metodo di misura terreno è per definizione una affermazione al di fuori della scienza.
Accetto la sfida, che sembra più una presa per il ****
RispondiEliminaLa chiave di comprensione della scienza è il metodo scientifico.
Il metodo scientifico parte dall’osservazione di un fenomeno e dalla successiva formulazione di un modello che descrive questo fenomeno. Il modello ci permette di prevedere quello che succederà in condizioni simili. Senza la possibilità di prevedere avvenimenti futuri il modello è inutile. Ecco perché la storia non è scienza.
Fino a qui però l’astrologia e l’omeopatia sono ancora scienze. Ad esempio io ho incontrato un po’ di persone dell’acquario e mi sono fatto un’idea di come sono (il modello). Quando ne incontro uno basta pensare alla mia idea e so già come comportarmi. Lo incontro, va tutto bene, lo sapevo che vado d’acocordo con quelli dell’acquario. Ho previsto l’andamento positivo del mio incontro. Stessa cosa per l’omeopatia. Ho l’influenza, prendo oscillococcinum e mi sento meglio. Funziona!
Manca un pezzettino, ed’è la chiave: l’esperimento. L’esperimento deve mettere alla prova il modello. Senza questo passaggio non si può parlare di scienza. Quindi io faccio il progetto della casa su carta perché ho un modello di come deve essere. La costruisco e la casa si regge. Esperimento riuscito. Per ora, in mancanza di un modello migliore, il modello è utilizzabile. Alcuni addirittura parlano di verità, in realtà è un modello della realtà nella nostra testa che per i nostri scopi funziona.
Stranamente per l’astrologia o per l’omeopatia l’esperimento non si fa mai. In questo modo le persone possono continuare a crederci senza soffrire.
Ora il vero progresso è cercare esperimenti sempre più raffinati e per fare questo usiamo la logica o il metodo deduttivo. Cioè dopo aver formulato il modello ci chiediamo: se il modello fosse vero che cosa può prevedere delle cose che ancora ci sfuggono? Oppure (ancora meglio) quale avvenimento deve succedere perché il modello non sia vero? Cioè vado alla ricerca dell’esperimento ad hoc che mi metterà in crisi il modello.
Ad esempio ho il modello che ogni volta che metto i panni a stendere fuori allora piove. Oppure che ogni volta che arrivo io il semaforo diventa rosso. Manco a farlo apposta. Allora cerco l’esperimento che mette in crisi il modello. Durante una bella giornata di sole stendo i panni, e non piove. Il modello non funziona. O diciamo anche che “è falso”. Per l’astrologia e l’omeopatia è facilissimo inventare esperimenti che dimostrano l’inefficacia del modello a rappresentare ciò che osserviamo.
Famosa è la spettacolare deduzione di Poisson in seguito agli studi di Fresnel. Nel 1818, Fresnel inviò un articolo sulla teoria della diffrazione per un concorso. La sua teoria rappresentava la luce come un’onda, piuttosto che come costituita di particelle. Dalla teoria di Fresnel, Poisson – membro del comitato giudicante - dedusse la conclusione, apparentemente impossibile, che una piccola zona illuminata sarebbe dovuta apparire al centro di uno schermo posto dietro ad un disco opaco. Ovvero cercò l’esperimento ai limiti dei confini del modello. Naturalmente fu un colpo di genio anche solo immaginarlo. Arago, anche lui membro del comitato giudicante, fece l’esperimento lì su due piedi e gli occhi sbalorditi dei presenti videro formarsi la zona illuminata al centro. Fresnel ottenne il premio in palio per il concorso.
L’uso della logica è però così forte che può diventare pericoloso. Molti che ritengono di usare il metodo scientifico (i medici e per esempio) in realtà usano la logica all’interno del modello dell’uomo che hanno. Ma magari purtoppo parlano prima di aver fatto l’esperimento (gli economisti fanno allo stesso modo). Eppure danno consigli alle masse. Ci sono esempi a non finire. Uno per tutti, sembrava logico che chi avesse calcoli renali dovesse mangiare poco calcio. Questo passaggio logico si è dimostrato falso. Non c’è relazione tra calcio assunto nell’alimentazione e calcio presente nei reni.
La logica serve solo a trovare i confini del regno. Ma ogni volta si deve sperimentare.
La teologia non è una scienza perché il modello non è suscettibile di essere sperimentato. Non esiste un esperimento che provi il modello né un esperimento che se desse un certo risultato la negherebbe. Per qualcuno l’esistenza di Dio può anche essere logica. Ma poiché non esiste un’esperimento che provi l’esistenza di Dio, né un esperimento che eventualmente la neghi, l’indagine religiosa non è scientifica.
La parola scienza è qui usata dunque in senso di “sapere”, “conoscenza”. Anche se molti furbacchioni approfittano delle connotazioni positive associate alla parola “scienza”, dati i risultati tangibili per tutti derivanti dal metodo scientifico, per parlare della “scienza di vivere”, la “scienza di diventare ricchi” e così via.
I quadratini erano in reltà faccine :-)
RispondiEliminaRientro adesso da una trasferta, sono stato due giorni lontano dal blog ma vedo con piacere che la discussione è andata avanti parecchio! Ho letto i vostri commenti e vi ringrazio (Adriano e Paolo, siete veramente infaticabili :-). Temo di essere rimasto troppo indietro per riagganciarmi, e di certo sono troppo stanco per farlo stasera.
RispondiEliminacaro entj, in tua assenza sbocciano anche amori. dichiaro pubblicamente il mio per adriano, a questo punto. (non ti stavo affatto prendendo per i fondelli, ero sicura che avresti saputo tradurre in parole la mia sensazione, e tu lo hai fatto, quod erat...)
RispondiEliminaAllora ricambio con tutta irrazionalità (qualità positiva a questo punto)!
RispondiEliminaFelicissimo di ospitare tali lieti accadimenti ;-)
RispondiEliminaComunque alla fine ci sono solo 10 tipi di persone al mondo:
RispondiEliminachi capisce il binario e chi no!
aaahhh! 10 come 1-0! cos'era, un test? e quanti secondi ci si doveva mettere per capirlo?
RispondiEliminaEra un test? Fuochino.
RispondiEliminaQuanti secondi sono necessari? 2.
:-)
No. Sono necessari 10 secondi...
RispondiEliminaGrande!
RispondiEliminavabbe' mi ritiro: siete troppo arguti per me.
RispondiEliminaNel sistema binario il numero due si indica con le cifre 10.
RispondiEliminaCiao
grazie adriano. non ci sarei mai arrivata. :-)
RispondiEliminaNon c'è di che. ;-)
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