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lunedì 1 dicembre 2008

Protagonismo cristianista

MAGDI ALLAM LASCIA IL GIORNALISMO E FONDA IL PARTITO PROTAGONISTI PER L'EUROPA CRISTIANA. NON TROVI CURIOSO CHE IL NOME PARLI DI EUROPA MA NEL LOGO CI SIA LA BANDIERA ITALIANA? NO: LA PAROLA EUROPA FUNZIONA SEMPRE. INOLTRE, PARLARE DI PROTAGONISMO CRISTIANO IN ITALIA SAREBBE STATO TAUTOLOGICO.

15 commenti:

  1. Non capisco come facciano certe persone ad ostentare il loro orientamento religioso in questo modo.

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  2. Perché, non dovrebbero? Siamo in democrazia, ognuno può proporre quello che crede. A parte che c'è libertà di credere in ciò che si vuole.
    cullasakka, ho paura di un commento come il tuo.

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  3. Ti fa paura uno che "non capisce" come facciano "certe persone" ad "ostentare" qualcosa? Siamo messi bene...

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  4. Siamo messi peggio se c'è qualcuno che ancora non capisce come facciano certe persone ad ostentare il loro orientamento religioso in questo modo.

    E siamo messi ancora peggio se, quando chiedi a qualcuno se sa che ore sono, lui ti risponde: "sì". Le sue ganasce si riempiono di un sorriso idiota, perché idiota è.

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  5. Flame a parte, una volta tanto sono d'accordo con Adriano. Non trovo scandaloso che qualcuno esprima pubblicamente e politicamente le sue opinioni religiose, ci mancherebbe altro. Ciò che trovo scandaloso è che quelle opinioni non vengano messe in discussione; che gli si tributi una sorta di rispetto preventivo, uno status privilegiato che nel discorso pubblico non esiste in nessun campo del sapere umano.
    Se Magdi Allam avesse fondato un Partito della Terra Piatta, adesso sarebbe sbeffeggiato nei bar di tutta Italia. Invece ha fondato un partito su una storia molto, ma molto più assurda, solo che nella nostra società denunciare tale assurdità è un tabù. Anzi, accettare al buio tale assurdità è una virtù. Questo è lo strano paese in cui viviamo.

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  6. Ma infatti io prenderei le mosse da Dawkins, ENTJ, perché avevo pensato a una risposta tipo la tua. Nel rispondere ad Adriano non volevo certo fare mio il commento di Cullasakka (io per esempio lo capisco come facciano, il che forse è peggio che non capirlo): solo che mi sembrava talmente innocuo; e poi mi sono visto Adriano scrivere che (nientemeno) lui ha paura dei commenti come quelli di Cullasakka. Ecco, se uno arriva fino ad aver paura dei commenti alla Cullsakka allora siamo messi veramente male, almeno come psicologia (psicosi?) collettiva.

    Dicevo che avrei preso le mosse da Dawkins; mettiamo che Cullasakka avesse scritto: "non capisco come facciano certe persone ad ostentare il loro orientamento politico in questo modo". Oppure meglio: "non capisco come facciano certe persone ad ostentare il loro segno zodiacalle in questo modo". Ora, Addriano avrebbe potuto anche non condividere quel commento, ma arrivare a dire che gli farebbe "paura" (lo dice nel caso della religione) mi sembra che si giustifichi solo assumendo che per Adriano (come dice ENTJ e direbbe Dawkins) la religione debba necessariamente essere al di sopra di ogni pensiero critico da parte di chi non crede. La domanda sorge spontanea: e perché?

    Rileggete il primo commento in questa discussione: se adesso provate ancora paura per il suo contenuto beh, lasciatemelo dire, con tutti i veri problemi del nostro mondo, siamo messi veramente maluccio.

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  7. Buh!

    (adesso almeno ti ho dato un motivo valido per averla)

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  8. Mi sembra che il controesempio di Paolo sia molto efficace.
    Se Adriano spiegasse perché una frase del tipo "non capisco come facciano certe persone ad ostentare il loro segno zodiacale in questo modo" dovrebbe far paura, può darsi che anch'io mi spaventi un po'.

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  9. In effetti ENTJ, in situazioni come questa ho la sensazione che si confonda libertà di espressione (religiosa e non) e di pensiero con una sorta di mandato obbligatorio alla condivisione.

    Che ad Adriano piaccia o meno, che lo consideri finanche infantile o meno, è un dato di fatto che esistano persone alla Cullasakka per le quali il credere in Dio equivalga al credere nell'astrologia. Non c'è nessuna necessità di giudizio: è un dato di fatto, è un pensiero, un'opinione, personale e inviolabile. Non perché tanti credono allora deve essere obbligatorio per tutti affacciarsi al soprannaturale con inusitata solennità.
    Si può non condividere tale visione, ma non si può cambiare la sostanza che per alcune persone (per come esse percepiscono la realtà e la razionalizzano) non ci sia differenza tra Dio, la teiera in orbita, Babbo Natale o l'astrologia. Allora a questo punto o Adriano contesta che sia lecito pensare così, e cioè sia invece obbligatorio condividere l'idea che il discorso del divino debba essere preso seriamente da tutti indiscriminatamente; oppure Adriano contesta che si possa esprimere impunemente il proprio parere al proposito nel caso in cui la si pensasse effettivamente così. In entrambi i casi mi continua a sfuggire cosa possa esserci di spaventoso.

    C'è pure gente al mondo che al contrario crede che ci siano vergini in cielo ad attenderlo. Poi sappiamo quanto meno di questi ultimi Cullasakka sarà disposto a portare alle estreme conseguenze il suo giudizio sul soprannaturale. Eppure nell'ottica del "si deve comprendere la fede a tutti i costi" la prima visione, per me sì paurosa, è senz'altro al 100% coerente.

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  10. Non capisco come facciano certe persone ad ostentare il loro ateismo in questo modo.

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  11. Esatto Adriano! Come fanno? Non lo capisci? Tanti cavoli. Al massimo potrei provare a spiegartelo se mi va, sennò finita lì, arrivederi e amici come prima.

    Alla tua frase ci avevo pensato io stesso: e pensa e ripensa, con ogni sforzo possibile, non mi sono sono proprio riuscito a immaginare di reagire con un sentimento di paura. La tua stessa frase mi rende in effetti ancora (e grandemente) più incomprensibile la tua reazione di paura.

    In entrambi i casi, per entrambe le frasi, forse avrei reazioni diverse, più timorose, se vivessi in uno stato totalitario: ma questo non ha nulla a che fare con la frase in sé, ma semmai con un eventuale ordine sociale che sopprime chi non è uniformato. Quindi, in quel caso, il "non capire" potrebbe essere inteso come il prembolo della repressione, ma solo perché si sarebbe in presenza dell'imposizione forzata di un pensiero unico. In tal senso qualunque "non capisco" riguardo qualunque pensiero non conforme al regime sarebbe preoccupante, per le implicite conseguenze che comporta. Ma in una società liberi si è sia liberi di "non capire" gli altri sia liberi di dirlo apertamente.

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  12. Anche se sono passati due mesi (rileggo ora per caso): non pensavo di scatenare un flame con il mio primo commento. Era *sarcasmo*. Criticavo l'uso del termine "ostentazione", prendendo in giro l'abitudine dei clerici e dei politici di disprezzare quelli che "ostentano" il loro orientamento sessuale (o qualsivoglia orientamento, anche quello ateo si è dimostrato che non è a loro gradito).

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